Pillole di salute - Lo sapevate che...

- Il consumo di bevande zuccherate/dolcificate artificialmente è associato ad un aumento del rischio di ipertensione arteriosa con effetto dose-risposta (cioè più alto è il consumo, più alto è il rischio di ipertensione)?
Finora era noto "solo" l'effetto negativo sulla salute dei denti e sul peso corporeo e già sembrava sufficiente per riflettere molto prima di consumare questo alimento. Ora è bene valutare anche questa nuova indicazione nella scelta delle bevande da consumare

(Fonte: Arch Cardiovasc Dis. 2016 Jan 19. Kim Y.

-L'indice di massa corporea (comunemente definito BMI) cioè il rapporto tra il peso e il quadrato dell'altezza presentato nella tarda adolescenza (17 anni) è fortemente predittivo di sviluppo e mortalità per diabete mellito fino alla settima decade di vita?
In pratica, il diffuso aumento dell'obesità/sovrappeso infantile ha ripercussioni gravissime sul fituro del singolo individuo. Da qui la necessità di iniziare una buona educazione alimentare già nei futuri genitori perchè mai fu più vero il detto: "il buondì si vede dal mattino!"

(Fonte: Diabetes Care 2016 Sep; dc161203. Gilad Twig.)

-Da una ricerca condotta negli Stati Uniti per 17 anni su 2.636 persone e pubblicata sulla rivista scientifica “British Journal of Nutrition” è emerso che chi mangia regolarmente latte, yogurt e formaggi  ha una pressione più stabile nel tempo e corre meno rischi di diventare iperteso?
In particolare lo yogurt si è dimostrato efficace a ogni età: chi ne consuma di più ha evidenziato una riduzione costante nel tempo dell'incidenza di nuovi casi di ipertensione.
Ricordiamo la vastità del problema: l'ipertensione arteriosa colpisce 16 milioni di italiani ed è causa scatenante di un numero rilevante di complicanze cardiovascolari tanto che ogni anno costa la vita a 7,5 milioni di persone in tutto il mondo.
Naturalmente non si può prescindere dal buonsenso: se per lo yogurt e il latte (parzialmente scremato) non ci sono di fatto controindicazioni se non le intolleranze alimentari, per quanto riguarda il formaggio le cose cambiano.
Ricordiamoci che non esistono i "formaggi magri" nel senso di basso contenuto di grassi: se si eccettuano la ricotta e i fiocchi di latte (che sono dei "formaggi" molto sui generis) e la mozzarella che con il suo quasi 13% si pone in posizione intermedia, la percentuale di grassi varia infatti tra il quasi 36% e il 25-28%.
Per non parlare dell'apporto calorico che oscilla tra le 264 Cal per 100 gr (Feta) alle 413 Cal per 100 gr (gruviera).

Quindi occhio!
Come ci salviamo?
Programmando la nostra alimentazione in modo da non trovarsi a consumare formaggio come pietanza ad ogni pasto, abolendo la deprecabile abitudine a finire il pasto con il pezzetto di formaggio, scegliendo i formaggi più freschi che hanno un maggior contenuto di acqua e quindi, a parità di peso, apportano meno grassi e calorie.
Parsimonia nell'uso dei formaggi stagionati (anche se sarebbe uno stravolgimento culturale in cucina fare a meno della spolverata di parmigiano...) e soprattutto riduzione dell'apporto di sale durante la preparazione dei cibi di modo che, alla fine dei giochi, i conti tornino...

Alla prossima...

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